Agora (film 2009)
"Agora" del 2009, diretto da Alejandro Amenábar, è un film epico che esplora il conflitto tra ragione e fede nell'antica Alessandria d'Egitto. Il film, liberamente ispirato al romanzo di Adriano Petta e Antonino Colavito "Ipazia. Vita e sogni di una scienziata del IV secolo", narra in forma romanzata la vita della matematica, astronoma e filosofa greca-alessandrina Ipazia, durante l'epoca delle persecuzioni anti-pagane stabilite per legge dai Decreti teodosiani. Ipazia si troverà al centro di una lotta per il potere tra paganesimo, cristianesimo nascente, nel contesto dell'imminente caduta dell'Impero Romano.
Il film si apre con una spettacolare sequenza che cattura l'essenza della città di Alessandria, un crocevia di culture e ideologie nel mondo antico. Ipazia, interpretata magnificamente da Rachel Weisz, emerge come una figura rispettata e stimata nell'ambiente accademico, insegnando filosofia, matematica e astronomia, materia in cui concentra particolare attenzione.
Tuttavia, nonostante si impegni a predicare la tolleranza, la tranquillità della sua vita viene presto disturbata dall'ascesa del cristianesimo e dalla crescente intolleranza religiosa. Il personaggio di Davo (interpretato da Max Minghella) rappresenta il conflitto interno tra la sua lealtà alla scienza e alla ragione e la pressione sociale per aderire alla fede cristiana. Nel frattempo, il prefetto romano Oreste (Oscar Isaac), cerca di mantenere un fragile equilibrio di potere tra le diverse fazioni religiose, mentre l'Impero Romano affonda sempre più nella decadenza e nell'instabilità politica. Le lotte che scaturiranno da questa situazione saranno crude e violente.
"Agorà" affronta una serie di temi complessi e attuali, tra cui la tolleranza religiosa, il conflitto tra scienza e fede e il ruolo della donna nella società. La storia di Ipazia si intreccia con eventi storici cruciali, come la distruzione della Grande Biblioteca di Alessandria e la crescente influenza del cristianesimo nell'Impero Romano.
Il film mette in evidenza il valore della conoscenza e della ricerca scientifica come fondamenta della civiltà, contrastando la mentalità dogmatica e l'ignoranza delle masse. La figura di Ipazia incarna la lotta per la libertà di pensiero e la ricerca della verità, nonostante le avversità e le minacce contro la sua vita e il suo lavoro.
La regia di Amenábar riesce a trasmettere una narrazione avvincente e una cura meticolosa per i dettagli storici. Le scene di battaglia e di azione sono spettacolari, ma è nelle sequenze più silenziose che il film brilla davvero, con lunghi piani sequenza che catturano l'atmosfera claustrofobica e oppressiva della città di Alessandria. Con la fotografia si rende la grandezza dell'antica Alessandria, con colori vivi e vibranti. Le ambientazioni e i costumi sono altrettanto curati, trasportando gli spettatori indietro nel tempo e immergendoli completamente nel mondo del IV secolo.
In conclusione, "Agorà" è un film che, per quanto romanzato (e forse anche grazie a questo), risulta coinvolgente, in grado di mescolare abilmente dramma storico, azione e temi filosofici complessi. La performance di Rachel Weisz è straordinaria, incarnando la forza e la determinazione di una donna che si batte per la sua libertà e la sua indipendenza intellettuale in un mondo dominato dagli uomini e dalla religione.
Il film ci invita a riflettere sulle sfide e i dilemmi etici che ancora oggi affrontiamo, e ci ricorda l'importanza di difendere la libertà di pensiero e la ricerca scientifica contro le forze dell'ignoranza e dell'intolleranza.