Significato dei colori nel medioevo

Significato dei colori nel medioevo

In epoca medievale i colori avevano spesso una forte valenza simbolica. La loro diffusione inizia nel periodo del Basso Medioevo tra il XII e il XIV secolo, e ad oggi sono le testimonianze iconografiche (la pittura su tutte) a permetterci di capire come e perché venivano utilizzati i colori. oltre che nei dipinti, l'attuale documentazione si basa anche sull'abbigliamento, arazzi, vetrate, miniature e pitture murali. Si diceva che nei colori si manifestasse la natura della bellezza stessa e di conseguenza quella di Dio, da cui l'importanza che iniziarono a conquistare.
Per quanto riguarda l'abbigliamento, è con la storia dei tessuti che nasce di pari passi quella dei coloranti, in genere costosi ed elaborati da ottenere attraverso lunghi processi e con specifiche tecniche di preparazione, che richiedevano una certa perizia da parte dell'artigiano.

Il bianco era il colore dell'innocenza e della purezza, per questo veniva spesso accostato alla Vergine Maria ed era sempre presente alle feste in suo onore. In Francia veniva anche associato al lutto. Dal Tardo Medioevo iniziò a simboleggiare anche la Compassione e gli amanti lo indossavano per mostrare la propria purezza.
Il blu era il colore più diffuso.  Raffigurava fedeltà, giustizia e spiritualità e si diceva fosse questa la tonalità del manto della Vergine, in questo modo infatti viene raffigurato in molte opere d'arte. Fino al XII fu poco usato anche per la difficile reperibilità (e il costo) dell'indaco, da cui veniva ottenuto. Divenne anche per questa sua caratteristica rarità, in Occidente, una tintura ambita soprattutto per sovrani, principi e nobili vari, che ne fecero elemento distintivo della propria regalità.
Anche il porpora era un colore riservato ai reali d'Europa, ma che non riuscì mai ad ottenere una vasta diffusione, a causa della complicata tecnica di realizzazione. Tale tecnica di lavorazione andò addirittura persa nel Tardo Medioevo, cosa che relegò tale tinta ad utilizzi rarissimi e sporadici.
Altro colore da ricchi era il rosso, che da sempre simboleggia il fuoco e con esso la forza e la capacità di vincere e trionfare. In molte leggende e miti è associato al potere ultraterreno o alla protezione degli spiriti maligni. Un vero e proprio colore da re.
I contadini usavano vestire di grigio e nero, ma in particolare quest'ultimo era accostato al lutto e alla penitenza, per volere di Papa Innocenzo III. Eppure il nero divenne tra i colori preferiti dalla nobiltà dal XIV secolo.
Il giallo aveva in genere un significato negativo, stando a quanto riportato nell'iconografia dell'Europa medioevale. Mussulmani, Ebrei e traditori venivano raffigurati in giallo, e se questo colore tendeva al verde diveniva simbolo dei pazzi. Spesso i colori dei costumi dei giullari medioevali erano proprio gialli e verdi.  Solo nel Tardo Medioevo inizia ad essere più diffusa una sua visione positiva, come punto d'equilibrio tra rosso (giustizia) e bianco (compassione).

Oggi, le rievocazioni storiche più accurate tendono a ricreare abiti dell'epoca, dedicando una certa cura all'importanza dei colori, che potevano aiutare a distinguere un principe da un re e a dichiarare le supposte doti morali di una persona.

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