I gladiatori
Tra le figure più conosciute e spesso romanzate del passato, troviamo di certo i gladiatori dell'antica Roma. Se è cosa nota l'origine del nome, derivante dalla spada utilizzata dai legionari romani, ovvero il gladio, è meno conosciuta l'origine di questa figura: i munera (o munus al singolare). I munera erano combattimenti, tenuti in presenza di un arbitro, a cui gli uomini erano obbligati a partecipare allo scopo di onorare un defunto di una famiglia benestante. Lo scontro armato era una pratica gestita dai privati. Nonostante l'origine del munus non sia del tutto chiara, si tende a considerala una tradizione della cultura etrusca, di cui Roma si appropriò, al pari di molte altre. Di sicuro non fu pratica originaria di Roma ma di qualche altra zona della penisola italica; alcune fonti citano anche la Campania, in cui tra l'altro sorsero le prime scuole per gladiatori.
Per secoli i munera fecero parte della storia di Roma, acquistando sempre maggior importanza, e finendo per trasformandosi da pratica funeraria privata a un vero e proprio spettacolo organizzato dallo Stato (i famosi Ludi), con non poche connotazioni di propaganda politica. Da questo deriva la famosa locuzione "panem et circenses" di Giovenale, con cui ci riferiva al fatto che per la plebe romana la massima aspirazione erano appunto pane e (giochi) circensi, e tanto bastava a distrarla e tenerla impegnata.
Fu nel 105 a.C. che a Roma fu portato per la prima volta uno spettacolo di "combattimento barbarico", sponsorizzato dallo stato e voluto dai consoli, a cui parteciparono i gladiatori di Capua, all'interno di un programma di addestramento per i legionari. Il successo fu subito enorme, tanto che i munera privati finirono appunto per entrare a far parte dei ludi (i giochi in genere dedicati a una divinità) gestiti dallo stato, perdendo sempre più la connotazione di celebrazione funeraria e diventando man mano un vero e proprio spettacolo popolare. Ludi e munera erano accompagnati a musica, talvolta realizzata per accompagnare l'intermezzo, talvolta eseguita come un vero e proprio crescendo per stimolare e rendere più frenetici i combattimenti.
Tra le date importanti relative ai combattimenti di gladiatori, troviamo:
264 a.C., in cui si tenne il primo spettacolo ufficiale di gladiatori a Roma, al Foro Boario;
37 d.C., quando Caligola moltiplicò varie competizioni a Roma, privilegiando la gladiatura (già in alta considerazione) ad altri spettacoli;
200 d.C., viene proibito l'utilizzo di gladiatori femminili dall'imperatore Settimio Severo;
325 d.C., i criminali non possono più essere condannati alla gladiatura, secondo il volere dell'imperatore Costantino I;
404 d.C., l'imperatore Onorio abolisce i munera e chiude le scuole per gladiatori
438 d.C., definitiva proibizione dei munera da parte dell'imperatore Valentiniano III.
Il combattimento tra gladiatori era vinto quando uno di questi rendeva inerme l'avversario o lo uccideva. Un gladiatore poteva dichiararsi sconfitto alzando un dito, per far terminare lo scontro, decisione che però ricadeva sull'arbitro, cha a sua volta si rimetteva in genere al volere della folla. Se nei primi munera la morte era la giusta pena per lo sconfitto (anche come tributo sacrificale verso i morti), in seguito un buon combattente, che aveva dato prova di sé, poteva essere graziato a seguito del volere dell'editore (l'organizzatore dei giochi) o del capriccio della folla. Nella realtà, un gladiatore professionista era molto costoso da addestrare e mantenere, motivo per cui raramente incontrava la morte. Si parlava anche di una compensazione in caso di morte improvvisa, prevista proprio dal contratto tra editore e lanista (istruttore o proprietario di una scuola di gladiatori). Senza contare che la stessa folla aveva piacere a rivedere in futuri spettacoli, combattenti che si erano mostrati in grado di intrattenerla e divertirla. Nel tempo quindi le morti dei gladiatori considerati validi era rara, tanto che anche gli imperatori rischiavano di subire colpì alla propria popolarità se si rifiutavano di risparmiare combattenti sconfitti ma popolari, come accadde a Caligola e Claudio. Alta era la tifoseria, che divideva il popolo romano.
Le principali categorie di gladiatori presero nome da popolazioni nemiche di Roma, ovvero Sanniti, Traci e Galli. Sannita diede origine al Secutor, armato pesantemente ed in modo elegante, e con ogni probabilità si trattava della categoria più popolare, mentre il Gallo fu ribattezzato Murmillo (Mirmillone in italiano). Un gladiatore si poteva aspettare di combattere in 2 o 3 munera all'anno, e la giornata prima dello scontro aveva la possibilità di mettere in ordine i propri affari personali e di godersi un banchetto celebrativo, che poteva coinvolgere anche il pubblico o i propri familiari.
Tra gli armamenti a disposizione dei gladiatori troviamo principalmente elmo, schiniere, pettorale, scudo, lancia, spada, pugnale, rete e tridente. Ogni categoria di gladiatore aveva il suo equipaggiamento dedicato, atto a valorizzarne lo stile di combattimento. E tanto le difese, quanto le armi erano di tipologia ben diversa, ad esempio il gladio non era certo l'unica spada utilizzata.
Ancora oggi la figura del gladiatore non manca di affascinare ed è oggetto di studi per approfondirne i numerosi aspetti. Anche taluni rievocatori storici si adoperano per ricrearne gli spettacoli, che in genere si concentrano proprio sul portare in scena i combattimenti gladiatori nel modo più accurato possibile, in modo da essere intrattenimento, curiosità ed istruzione al tempo stesso.