CONTRADA PORTA AL PALAGIO

Porta Palagio è la contrada più piccola del Palio del Cerro (notizie riguardanti questa manifestazione poco più avanti))visto che dal lontano 1969 in

poi in questo territorio non c'è stata espansione edilizia e, conseguentemente, nessun aumento di abitanti; comprende tuttavia buona parte del centro dove tra l'altro si trova l'unica delle porte di accesso al castello, ancora esistente. Porta al Palagio si distingue da anni grazie al Gruppo degli Armigeri, formato da Comandante e Sergenti,Alabardieri,fucilieri e cannonieri, vero fiore all'occhiello di tutto il Corteo Storico, eccezionale esempio di rievocazione della scorta armata di Cosimo I minuziosamente ricostruita con tutte le armature, gli archibugi e una colubrina da assalto trainata a braccia perfettamente funzionante. Il tutto, insieme ai tamburi imperiali giganti suonati dal Gruppo dei Musici, che sono stati realizzati artigianalmente in contrada, con una ricostruzione talmente fedele che difficilmente si riscontra altrove. Il corteo comprende anche un mazziere e le chiarine. Inoltre compaiono in sfilata alcune figure di spicco dell'epoca, come il Podestà di Cerreto( il titolare della più alta carica civile nel governo delle città)affiancato dalla consorte e seguito dalla Dama con la chiave figura importante dal punto di vista storico e legislativo in quanto ricopriva un ruolo giuridico e notarile dando udienza ogni giovedì presso il mercato di Empoli, cittadina limitrofa.

La chiave risulta essere una fedele ricostruzione della chiave di accesso al paese unica porta ancora esistente dalla quale si accede al particolare "sdrucciolo delle porta".

Dal Libro ” Santa Liberata” del Sacerdote Renato Marconcini

Testo integrale del 21 Agosto 1558 ai fedeli

Santo avviso a tutti i fedeli cristiani

La celebrazione delle feste dei Santi che stanno seduti nella eterna gloria del paradiso impegna et deve impegnare la nostra divozione che fino a qui non abbiamo possuto negare efficacissima dirimpetto al trono di Dio.

I festaioli di Santa Liberata per compiere i sua doveri et desideri tanti invitano i popoli et le persone alla festa che faranno la prima domenica di Settembre che vi saranno celebrate 7 messe et la solenne tutta cantata et processione di offerta alla sera.

Terminato il vespero acciocché il popolo sene possi tornare sollazzato et soddisfatto vi sarà vi sarà il Palio col fante et con paga bona da pattuirsi tutto in onore si Santa Liberata che li proteggerà da non cadere et stoppiarsi una gamba uno braccio et peggio.

Delle benedizioni gnene saranno date dua una alla mossa et una alla ripresa et Santa Liberata benedetta li protegga e li salvi.

Dal Castello di Cerreto

21 Agosto 1558

I festaioli di Santa Liberata

Palio come è oramai noto, era il nome dato al drappo ricamato o dipinto, fissato ad un’asta che veniva dato ai vincitori di corse o gare e in alcuni casi donato come gentile omaggio.

In seguito la parola palio denominò le corse stesse, in maggioranza effettuate con cavalli.

Esaminando l’avviso ai fedeli del 1558, ci sentiamo di sposare la tesi già espressa anni fa da Luciano Artusi e Silvano Gabbrielli nel libro “GIOCO, GIOSTRA, PALIO IN TOSCANA ” del 1978, tesi per la quale in origine anche il Palio di Cerreto doveva essere una corsa a cavallo, sul genere di quella disputata a Siena.

Le parole “mossa e ripresa ” rafforzano l’ipotesi della corsa a cavallo, “Palio col fante” lo colloca fra quelli corsi con fantino e non come in altre località dove venivano effettuate gare di cavalli scossi, “paga bona da pattuirsi” ne indica i partecipanti, molto probabilmente servi e garzoni in quanto all’epoca non era solito pagare i Cavalieri che partecipavano a giostre e tornei.

L’invocazione invece alla protezione di Santa Liberata volta a proteggere i partecipanti “dal cadere et stoppiarsi una gamba uno braccio et peggio” colloca la corsa nel percorso naturale del centro storico di Cerreto stretto in mezzo alle case e per questo molto pericoloso.

Questo è quanto la logica deduzione può derivare dalla lettura di quel documento, prezioso e unico testimone dell’esistenza di questo antico Palio.

Ci sono però anche notizie tramandate di padre in figlio, riguardo a giochi castellani, semplici e di chiara natura popolare, e sono proprio queste tradizioni che un piccolo gruppo di persone raccolsero e svilupparono dando vita 11 Settembre 1967 ad un gruppo di lavoro che di li a poco avrebbe dato vita “AL NUOVO PALIO DEL CERRO”

Il Paese fu diviso in quattro contrade, Porta al Palagio colori bianco-rossi, Porta Fiorentina colori giallo-rossi, Porta Santa Maria al Pozzuolo colori bianco-celesti e Porta Caracosta colori bianco-neri.

Furono scelte cinque gare: TROPPOLI, BIGONCIA, TIRO ALLA FUNE, LANCIO DEGLI ANELLI E TIRO CON LA BALESTRA.

Due anni dopo, la sera del 2 Settembre 1969 ebbe luogo la prima edizione

del “PALIO DEL CERRO”.

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